I racconti dei vostri viaggi: il viaggio di Stefano a Turf Moor, la leggendaria casa del Burnely FC
I RACCONTI DEI VOSTRI VIAGGI: di seguito, Stefano ci racconterà del suo viaggio a Burnley e del suo amore per quella città e per quel club del nord dell’Inghilterra…
Era l’agosto del 2017 quando io e mia moglie decidiamo di esplorare l’Inghilterra. Noleggiamo un auto a Londra e si parte… Il percorso, nella nostra mente, è molto chiaro.
Si parte da Southampton, si fa la parte ovest della nazione e poi si sale fin su per poi scendere da est fino a tornare a Londra. Totale del viaggio? Due settimane!
L’ Inghilterra, per molti (forse troppi) è solamente Londra. Niente di più sbagliato! Viaggiando abbiamo visitato dei paradisi della Cornovaglia che non invidiano nulla alle Maldive. Abbiamo visto paesini caratteristici a picco sul mare che sembrano i nostri meravigliosi borghi Italiani, ma aldilà di tutte queste bellezze, il mio chiodo fisso era solo uno: BURNLEY!
Essendo un appassionato di calcio e di gradinate, dopo aver visto e rivisto un documentario su Burnley per almeno 50 volte, dove si parla della città, della squadra e della sua firm, non posso nascondere che mi sono innamorato a vista d’occhio. Beh, a dire il vero amo tutto del calcio inglese e tutto ciò che gli sta intorno, dalla mentalità dei club, al modo di tifare dei tifosi, spesso ben vestiti e con un modo di fare goliardico: li amo!
La Suicide Squad, leggendaria e pericolosissima firm del Burnley FC, ha cominciato a incuriosirmi più di qualsiasi altra cosa inglese. A tal punto che, il giorno prima di ferragosto, mi reco in questa cittadina nel nord dell’Inghilterra. Il suo fascino è difficile da spiegare.
Burnley è una roccaforte del tifo. Burnley non ha nulla a che vedere con Londra e con le bellezze della Cornovaglia. E’ una delle aree più desolate di tutto il paese, perché cotonifici, miniere ed aziende hanno chiuso da tempo. La disoccupazione regna sovrana e tutti i vicoletti ti mettono un’inquietudine pazzesca. Per me, però, tutto questo è adrenalina pura.
Siamo ad Agosto. Non ci sono partite o campionati in corso, ma nonostante questo si respira aria di calcio ovunque. La gente di Burnley vive per il club e per la firm, dai più piccoli ai più grandi…
Il mio sogno si sta realizzando e in punta di piedi riesco ad entrare anche al Forester (storico pub ora chiuso). Entro, e nel silenzio generale mi godo la birra più bella di sempre. Ci sono solo tre ragazzi che giocano a ping pong, ma nonostante tutto mi sento osservato. Guardandomi avranno pensato “ma questo che ca*** ci fa a Burnley il 14 di agosto?”
Aldilà di questo, mi sento un leone. Felice e spensierato stavo vivendo il mio sogno, ma prima di andar via, però, volevo mettere piede a Turf Moor, la storica casa del Burnely FC. Ho i brividi al sol pensiero…
Camminando tra le deserte strade, mi reco di fronte allo stadio e cerco un modo per entrarvi. I tour non esistono. Turisti a Burnley non ne arrivano e il club non vanta tanti trofei, a parte una FA Cup vinta nel 1913/14 e due Charity Shield (1960/1973). Caparbio come non mai, però, riesco a chiedere informazioni alla reception . Chiedo di fare una foto all’interno dello stadio, e incredibilmente mi viene dato il permesso… In quel preciso instante mi sento come un bambino a Natale. Mi commuovo e realizzo un grande sogno. Appena dentro, rimango fermo immobile. Nemmeno il Santiago Bernabeu pieno mi ha fatto questo effetto E’ veramente inspiegabile… Ad oggi che ci penso, posso solo dire che quel 14 agosto, è stato uno dei giorni più emozionanti della mia vita.
GRAZIE INGHILTERRA. GRAZIE BURNLEY. HO IMPARATO MOLTO DA TE.
Stefano , you are a special man , i am glad we have become friends and we share our joy of both Burnley and Atalanta
Patey & Stefano.
Next time i will come & see Atalanta when Covid ends.🇬🇧